Monaci benedettini a Picciano.
Picciano e i monaci Benedettini
La scomparsa della Commenda, e quindi della possibilità di assistenza continua del Santuario, l’evolversi della situazione politica, l’accentuarsi della Questione Meridionale, il brigantaggio e tutta una serie di eventi aggravati dai conflitti bellici, furono la causa di un lento ma inesorabile abbandono del luogo e delle antiche tradizioni.
Non che la vita religiosa sul colle e il flusso dei pellegrini fossero del tutto scomparsi, ma c’era stato un notevole diradamento. Inoltre, con le leggi eversive e la demanializzazione dei benefici ecclesiastici e delle commende il santuario, divenuto possedimento comunale, fu affidato ad un custode e la cura delle anime ad un cappellano di nomina regia.
Nella seconda metà del 1900 si pongono le premesse per la ripresa della vita del santuario. Nel 1954 il Comune di Matera fa atto di donazione di 6 ettari di terreno per opere sociali. La ripresa ha come programma di massima la sistemazione della viabilità, la costruzione di locali d’accoglienza e l’allestimento di servizi vitali quali l’acqua e la luce.
Nel 1956 hanno inizio i lavori per la costruzione di un grande edificio destinato all’accoglienza dei pellegrini e che diverrà in seguito, non senza problemi logistici, la sede della nuova comunità monastica; lo stesso anno il Santuario ottiene il riconoscimento della personalità giuridica.
Al 1960 datano le trattative tra l’allora Arcivescovo di Matera, mons. Palombella, e la Congregazione Benedettina di Monte Oliveto per l’insediamento sul colle di una comunità monastica al servizio del Santuario.
L’11 febbraio 1962 viene firmata la convenzione tra l’Arcidiocesi di Matera e la Congregazione Olivetana che prevedeva la cessione, in forma canonica, del Santuario e degli annessi locali e l’accettazione, da parte dei monaci Olivetani, con l’impegno della costituzione di una comunità per l’assistenza al Santuario.
Il terreno per la comunità monastica fu preparato dal monaco-pioniere d. Casimiro M. Masetti il cui lavoro, durato cinque anni di dure fatiche, permise l’installazione del primo nucleo di monaci il 2 ottobre 1966. La domenica successiva, 9 ottobre, si svolse la solenne cerimonia dell’Incoronazione dell’icona della Madonna di Picciano con grande partecipazione di clero e di popolo.
I monaci, nello spirito della loro tradizione caratterizzato dalla preghiera e dal lavoro, attuano una vera e propria ristrutturazione materiale del colle onde meglio svolgere una efficace attività spirituale. Viene finalmente sistemata la viabilità e ridata una certa configurazione al territorio, è completata la costruzione della “casa”, si dà inizio a una serie di restauri, s’impianta un seminario monastico, s’incrementa la devozione mariana con missioni, pellegrinaggi e attività pastorale.
Oggi il santuario è ridiventato meta di un flusso continuo non solo di pellegrini devoti della Madonna, ma anche di numerosi gruppi di cristiani alla ricerca di un’oasi di pace dove rifocillare lo spirito e trovare una rinnovata carica di spiritualità.
La presenza stabile di una comunità ha nuovamente favorito l’assistenza continua ai pellegrini e un servizio costante per l’amministrazione dei sacramenti, specie quello della riconciliazione. Le celebrazioni liturgiche, svolte in modo decoroso e con la possibilità di un’attiva partecipazione di tutti, mirano ad educare i fedeli ad una sincera pietà cristiana ed a una corretta visione della devozione mariana, finalizzata all’accrescimento della fede e dell’amore di Dio.
L’Ordo Virgum a Picciano
Accanto alla comunità monastica maschile, da alcuni anni, vive ed opera anche una comunità di suore benedettine sotto il titolo dell’Annunziata. Approvata “ad experimentum” con decreto vescovile nel 1980 la piccola comunità svolge opera di servizio, accoglienza e animazione di preghiera.
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